Oratorio Suardi

Il ciclo di affreschi di Lorenzo Lotto nato per proteggersi dalle inondazioni

 

C’è chi per scaramanzia non passa sotto una scala e chi come il Conte Gian Battista Suardi nel Cinquecento decide di far affrescare una cappella da un maestro come Lorenzo Lotto per proteggersi da un’imminente alluvione, metafora forse dell’”inondazione” protestante.

 

Oggi la villa del Conte e il suo splendido parco non sono state sommerse e insieme ad essi c’è un meraviglioso ciclo di dipinti dove riferimenti sacri, esoterici e alchemici si fondono nell’affascinante immaginario enigmatico dell’artista veneto autore di preziose pale d’altare e delle tarsie del coro di Santa Maria Maggiore a Bergamo.

Già Seicento anni fa chi attraversava la Val Cavallina per raggiungere il lago d’Iseo incontrava una cappella, divenuta poi parte dei possedimenti del Conte Suardi, che commissiona un ciclo di affreschi propiziatorio dopo che un astrologo gli aveva predetto allagamenti e inondazioni, forse reali, possibile allusione alla discesa protestante.

Per realizzare il suo progetto il nobile organizza quella che oggi si chiamerebbe residenza d’artista per dipingere il piccolo Oratorio che si trovava nel parco della sua villa: invita a stabilirsi nella sua dimora di Trescore Balneario Lorenzo Lotto, uno dei grandi pittori veneti del Rinascimento, che in quel periodo sta lavorando a Bergamo.

L’edificio sacro di forma rettangolare è rustico, con travi in legno e atmosfera che l’artista nei suoi affreschi mantiene affollando i dipinti di persone provenienti dalle classi più popolari, mentre il soffitto viene ricoperto di rami di vigna intrecciati.

La cappella è dedicata a Santa Barbara e Santa Brigida, protagoniste del ciclo di affreschi che l’artista ultima nel 1524: della prima Lotto sulla parete sinistra racconta la tragica morte ad opera del padre per essersi opposta a un matrimonio obbligato, un dramma che l’artista dipinge in technicolor, con particolari vividi e tonalità brillanti.

Protagonista del lato destro è Santa Brigida, protettrice degli agricoltori e della vita nei campi, la cui vicenda si intrecciata con numerosi riferimenti iconografici e simbolici contro il protestantesimo, vissuto all’epoca come una minaccia portata dagli eserciti tedeschi che ciclicamente invadono la zona della Val Cavallina.

 

Lorenzo Lotto e la sua assistente


Nel Settecento viene costruito un passaggio coperto per collegare l’Oratorio alla villa dei Suardi e si aggiungono un campanile e una piccola Sacrestia. Ancora oggi all’ingresso della cappella si incontra Lorenzo Lotto stesso, che in un autoritratto vestito da cacciatore dà il benvenuto al visitatore insieme a un’aiutante pennuta utilizzata per richiamare altri uccelli nelle trappole: una civetta.